DA ROMA ALLA TERZA ROMA
XXXV SEMINARIO INTERNAZIONALE DI STUDI
STORICI
Campidoglio, 21-22 aprile 2015
Accademia delle Scienze di Russia
Mosca
USO DELLA TERRA E CONTATTI INTERRELIGIOSI:
I DOCUMENTI DELLA REGINA BONA SFORZA
NELLA TRADIZIONE SCRITTA E ORALE
[Riassunto della
comunicazione]
1. – La principessa di Milano Bona Sforza, in seguito alle
nozze con il re polacco Sigismondo I, ricevette, tra gli altri, il titolo di
“gran principessa russa”, poiché suo marito possedeva una serie di territori
dell’Antica Russia. Ma Bona Sforza era sovrana, anche di fatto, di una serie di
terre che facevano parte del territorio della Russia moderna (i distretti
Usvjat, Ozerišče, nell’odierna regione di Pskov). Da sposata ella conservò
i propri diritti sui possedimenti italiani, il ducato di Bari e il principato
di Rossano.
Nel 1529 la regina
ottenne che il figlio Sigismondo Augusto fosse eletto gran principe di Lituania
e nel 1530 re di Polonia, quando il padre era ancora in vita. Da quel momento
in poi Sigismondo Augusto venne chiamato “Giovane re”, mentre suo padre
Sigismondo I era detto «Vecchio re», e con questo soprannome è poi entrato
nella storiografia.
La regina Bona
aveva ricevuto dal suo consorte estesi possedimenti, nei quali godeva di ampi
poteri sovrani. Bona cominciò subito ad accrescere questi possedimenti,
acquistando attivamente e scambiando le proprie terre. Qui ella attuò energiche
misure per regolamentare il possesso e l’uso della terra, producendo un
importante complesso di documenti, carte bollate, atti giudiziari e registri.
La maggioranza
degli studiosi ritiene che l’influenza della regina Bona Sforza sulla vita
culturale della Polonia e della Lituania sia stata importante, anche se per
l’aristocrazia locale ella era sempre rimasta un’estranea e l’atteggiamento
verso di lei era di sospetto. Di conseguenza le venivano imputati i crimini più
efferati. Verso il 1556 i rapporti di Bona con suo figlio si guastarono e ella
ritornò in Italia.
2. – La figura della regina Bona Sforza ha attratto
l’attenzione non solo degli storici, ma anche quella dei pittori e degli
scrittori. Una serie di toponimi in Bielorussia e in Ucraina testimoniano la
sua presenza in queste terre. Il ricordo della regina Bona, seppure, per
qualche motivo, connotato da tratti sinistri, si è conservato nel folclore
bielorusso ed ucraino. Allo straniero, sempre proveniente da un mondo
sconosciuto ed enigmatico, non illuminato dalla luce dell’ortodossia, venivano
spesso attribuiti tratti magici nel folclore slavo.
E’ possibile che
indirettamente questa mancanza di fiducia abbia influenzato la storiografia.
Gli storici polacchi parlano del regno di Sigismondo I come dell’“Età dell’oro”
dell’ortodossia polacco-lituana, mentre la storiografia russa, al contrario,
sottolinea la difficile posizione degli ortodossi.
3. – I documenti della cancelleria di Bona Sforza (lettere
patenti, registri, atti giudiziari) permettono una valutazione obiettiva
dell’attività della regina e dei suoi rapporti con gli esponenti di un ambiente
culturale diverso. Con grande stupore dei ricercatori moderni, nel complesso
essi testimoniano tolleranza. E questo è accaduto in un secolo, il XVI, che
come è noto spesso fornisce esempi contrari.
Dopo la partenza di
Bona per l’Italia, i documenti sono entrati e far parte dell’archivio del Gran
principato lituano, la cosiddetta Metrica lituana. Nel 1794 questo archivio è
stato portato a San Pietroburgo; ora è conservato a Mosca.
Alcune Carte della
regina Bona Sforza non fanno parte della Metrica lituana, ma sono state copiate
in raccolte di atti, in documenti più tardi; gli originali sono sparsi nei
magazzini di musei e di archivi di diversi paesi. In questo momento è
probabilmente impossibile recuperare i documenti di Bona Sforza nella loro
completezza, ma il loro studio e la pubblicazione di alcune raccolte di essi
appare un obiettivo raggiungibile. Essi meritano un attento esame da parte dei
ricercatori, poiché rappresentano una fonte preziosa, che permette di studiare
un’esperienza unica e ricca nel campo delle relazioni interculturali e
interreligiose.
[Traduzione dal russo di Caterina TROCINI]
[Un
evento culturale, in quanto ampiamente pubblicizzato in precedenza, rende
impossibile qualsiasi valutazione veramente anonima dei contributi ivi
presentati. Per questa ragione, gli scritti di questa parte della sezione
“Memorie” sono stati valutati “in chiaro” dal Comitato promotore del XXXVI
Seminario internazionale di studi storici “Da Roma alla Terza Roma” (organizzato
dall’Unità di ricerca ‘Giorgio La Pira’
del CNR e dall’Istituto di Storia Russa dell’Accademia
delle Scienze di Russia, con la collaborazione della ‘Sapienza’ Università di Roma, sul tema: MIGRAZIONI, IMPERO E CITTÀ
DA ROMA A COSTANTINOPOLI A MOSCA) e dalla direzione di Diritto @ Storia]